martedì 6 agosto 2013

Artlantis 5: meno di 60 giorni all’arrivo della Rivoluzione.

Mancano meno di 60 giorni al rilascio di Artlantis 5, la nuova, rivoluzionaria, versione del programma di render per l’architettura. Per chi acquisterà Artalntis in questo “grace periodl’aggiornamento ad Artlantis 5 sarà gratuito.
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Artlantis è da anni il software di render più utilizzato dagli Architetti.
Facile da apprendere e da utilizzare, produce ottimi risultati fotorealistici in poco tempo; non serve avere competenze grafiche per ottenere immagini di impatto.
I plug-in di esportazione dai principali software, ArchiCAD, Revit, SketchUp, VectorWorks, consentono un facile trasferimento del modello architettonico, semplificando l’aggiornamento del render al procedere delle modifiche del progetto.
La versione Studio realizza animazioni e Virtualreality, con la possibilità di “navigare” il progetto anche su iPad e iPhone, con iVisit.

domenica 4 agosto 2013

COSTRUIRE ED IMPORTARE UN OGGETTO 3D DA AUTOCAD AD ARCHICAD

n questo tutorial spieghero' come importare un oggetto costruito in autocad 3d in achicad.
Tutti gli operanti di archicad hanno bisogno di questa funzione per importare cancelli - parapetti - rifiniture o qualsiasi altro oggetto realizzato in autocad, in quanto la libreria di base di archicad è ben poco fornita.
La prima cosa da fare è costruire il nostro oggetto in autocad (in questo caso il parapetto).
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 Con delle polilinee perfettamente chiuse ed estrudibili andiamo a realizzare il nostro oggetto in 2d. Adesso impostiamo la pianta in un punto di vista 3d, andando nel menu:
Visualizza/punti di vista 3d/ SO assonometico. Subito dopo ruotiamo la pianta con il comando ruota 3d , posizioniamo la pianta in verticale ruotandola di 90g.
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Adesso con il comando ESTRUDI, andiamo a estudere le superfici e a realizzare dei solidi che andranno a formare il nostro oggetto.
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Impostiamo lo 0.00 delle coordinate nel punto di origine dell'oggetto altrimenti in archicad verrà spostato in una posizione errata.
 
Bene!!!
Una volta costruito il nostro oggeto possiamo procedere con l'apertura di archicad andare su Archivio/libererie oggetto/ Apri oggetto
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 Vi apparirà una finestrella dove potrete selezionare il vostro file Dwg, selezionatelo e andrete nella schermata dell'immagine sottostante.
A questo punto non vi basta far altro che salvare l'oggetto nella vostra libreria.
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Io ho creato una libreria mia personale dove vi ho messo tutt i miei oggetti personali. Facili da andare a spulciare quando ne occorre il bisogno.
Se ad alcuni da' ancora problema l'importazione puo' essere neccesario fare un ulteriore operazione.E' probalbile che in base alla versione di autocad utilizzata archicad non riesca a convertire gli oggetti in *.gsm.
per eliminare questo problema basta andare nei settaggi dell'oggetto dwg importato. Cliccare su Funzioni personali/ apri extra - ricarica funzioni- 3d solido - CONVERTI IN OGGETTO GDL..
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 QUESTO è TUTTO!!!
 
 
 
 
 
 
 
 

TRASFORMARE UN OGGETTO DWG IN OGGETTO DI LIBRERIA PER ARCHICAD

In questo tutorial vedremo un procedimento semplice per importare un disegno 3D in formato DWG (di AutoCAD) in ArchiCAD e, attraverso piccoli accorgimenti, trasformarlo in un oggetto di libreria completo.
Le immagini si riferiscono ad AutoCAD 2011 e ArchiCAD 13, i programmi utilizzati in questo tutorial, ma con piccole differenze gli stessi passaggi valgono anche per altre versioni. Cominciamo!
L'importazione di file DWG in ArchiCAD, con vari aggiornamenti nel corso degli anni, è migliorata in maniera sostanziale, tanto da arrivare a gestire perfettamente i disegni 2D realizzati in AutoCAD. Dalla versione 12 in poi è possibile importare anche i disegni in 3D che però, è bene dirlo subito, possono essere gestiti come oggetti di libreria ma non possono essere modificati, a causa della profonda differenza concettuale tra i due programmi: AutoCAD è un software vettoriale, dove ciascun elemento di disegno è definito dalle sue proprietà geometriche, mentre ArchiCAD è un software "ad oggetti" dove ogni elemento è basato su delle primitive e definito dalle sue caratteristiche. Ad esempio, semplificando, una muratura in AutoCAD è descritta da un insieme di linee nelle tre dimensioni, mentre in ArchiCAD è descritto da una linea base, dallo spessore e dall'altezza, oltre naturalmente ad altre proprietà aggiuntive come la stratigrafia, i materiali ecc.
Perciò potremo importare e utilizzare senza alcun problema un oggetto come sedia, un elemento di arredo oppure di dettaglio, ma non potremo, ad esempio, modificare in ArchiCAD le aperture in una muratura o cambiare lo spessore di una falda disegnate in 3D in AutoCAD perchè questi elementi non vengono riconosciuti come tali ma come semplici oggetti geometrici. La loro modifica potrebbe comunque avvenire, in maniera analitica e non grafica, ricorrendo al linguaggio GDL, ma è poco pratica e non rientra negli scopi di questo tutorial.
Andiamo perciò a scegliere un oggetto di arredo tra quelli disponibili gratuitamente su internet e vediamo come procedere.
La nostra attenzione è caduta su un letto matrimoniale, modello Atlante della Flou.

Si tratta di un oggetto abbastanza complesso per i nostri scopi, ma di immediata comprensione.
Vediamo come si presenta in AutoCAD in pianta in modalità fil di ferro (wireframe) e ombreggia, ed anche in assonometria in modalità ombreggia:
 
Il numero di linee visibili in modalità fil di ferro ci dà subito l'idea della complessità del modello che deve simulare superfici morbide come quelle dei cuscini e delle lenzuola.
La prima, fondamentale, operazione da effettuare per una corretta importazione dell'oggetto in ArchiCAD è quella di "ripulire" subito il file originale direttamente in AutoCAD, cancellando le linee, i retini, le quote e tutto ciò che non ci interessa.
Con il comando _PURGE possiamo poi eliminare anche i lucidi, i blocchi e gli stili inutilizzati, rimuovendo tutte le tracce indesiderate dal file e rendendolo più leggero.
Utilizando il comando _DDVPOINT  impostiamo una vista assonometrica che ci aiuterà a capire meglio come è fatto l'oggetto.
Selezionandolo, infatti, ci apparirà come un unico blocco.

Questo non ci impedirebbe di importarlo in ArchiCAD, ma renderebbe problematico assegnare materiali differenti alle varie parti.
Procediamo dunque con il comando _EXPLODE per suddividere il blocco nei suoi componenti e così facendo notiamo che è possibile selezionare singolarmente 6 elementi: la struttura in metallo, la testata, il materasso, i cuscini, la coperta e il risvolto delle lenzuola.
Sempre in AutoCAD, assegnamo a ciascun elemento un colore caratteristico e annotiamo tutti i relativi numeri di penna. Questa operazione, apparentemente superflua, risulterà utile in ArchiCAD per poter aggiungere dei parametri all'oggetto importato.

Naturalmente è possibile assegnare i colori a proprio piacimento e quindi, se si utilizzano degli standard per l'importazione dei disegni 2D in formato dwg con una propria tabella di conversione dei numeri di penna, si possono seguire le stesse indicazioni.
Di seguito la tabella di conversione utilizzata per il tutorial:

Torniamo alla vista in pianta e salviamo il nostro file, magari in una nuova cartella facilmente identificabile, in formato dwg AutoCAD 2007 per avere la piena compatibilità con ArchiCAD 13.
Possiamo quindi chiudere AutoCAD e passare ad ArchiCAD per continuare il lavoro.
In ArchiCAD, dal menu Archivio, selezioniamo il comando Librerie e Oggetti e quindi Apri oggetto.

Nella finestra successiva facciamo un click in basso su Esplora per una cartella e quindi sul tasto Scegli.
Nella finestra di selezione del file indichiamo, prima di tutto, il formato File DWG in Tipo di file e l'eventuale Traduttore se abbiamo una tabella di conversione dei numeri di penna standard oppure preferita.  Per comodità selezioniamo il traduttore Conserva numero di penna, tenendo presente che potremo comunque riassegnare in seguito a piacimento tutte le penne all'oggetto.
Raggiungiamo infine la cartella dove abbiamo salvato il nostro file e facciamo un click sul pulsante Apri.  Apparirà in questo modo la maschera di creazione e modifica degli oggetti di libreria di ArchiCAD, intitolata provvisoriamente Senza Titolo-1 perchè il nostro oggetto non ha ancora un nome.  In questa finestra, cliccando sulla quarta piccola icona con il cubo vuoto della classica anteprima degli oggetti di ArchiCAD in alto a sinistra, possiamo subito vedere in assonometria il risultato dell'importazione per controllare che sia andata a buon fine.
Un controllo più accurato può essere effettuato cliccando invece sul pulsante Vista 3D in basso che ci consente di avere una visione ingrandita e anche di verificare la disposizione dell'oggetto importato rispetto agli assi cartesiani (x, y, z).

A questo punto potremmo accontentarci di quanto fatto finora e salvare il nostro nuovo elemento, ma adesso comincia il reale lavoro per trasformarlo in un vero oggetto di libreria parametrico di ArchiCAD.
Una possibilità rilevante è quella di attribuire a ciascun componente un materiale diverso. Per far questo iniziamo ad aggiungere 6 nuovi parametri: uno per ciascun elemento.  Clicchiamo per questo sul pulsante Parametri e poi su Nuovo in alto a sinistra e iniziamo ad assegnare alla Variabile un identificativo mnemonico, poi il giusto Tipo e la relativa descrizione nel campo Nome.
Possiamo infine stabilire il Valore di default per ogni parametro, scegliendo tra i materiali disponibili in ArchiCAD.
 
Per semplificare l'operazione successiva, è importante che ogni variabile sia identificata in maniera mnemonica, per questo indichiamo con MatST il parametro del materiale della struttura, MatTE quello della testata, MatMA per il materasso, MatCU per i cuscini, ecc.
Alla fine di questo progetto dovremmo ottenere una situazione simile a quella mostrata in figura:

I parametri dei materiali vanno ora legati ai rispettivi elementi all'interno del listato di istruzioni in GDL che descrive la geometria dell'oggetto. Clicchiamo dunque sul tasto Testo GDL 3D per vedere l'elenco e, come prima operazione, cerchiamo e cancelliamo la linea contenente il comando MATERIAL 0 per non creare confusione con i comandi che andremo ad aggiungere.
Scorrendo il listato oppure utilizzando il comando Trova e Sostituisci dal menu Edita andiamo quindi alla ricerca dell'istruzione PEN che ci consentirà di individuare le parti di listato relative a ciascun elemento, semplicemente facendo riferimento alla tabella creata in precedenza!
Pertanto, individuata ad esempio l'istruzione PEN 9 e ricordando che la penna numero 9 corrisponde alla testata, non dobbiamo far altro che aggiungere sulla riga successiva il comando MATERIAL MatTE, poi dopo l'istruzione PEN 8 il comando MATERIAL MatST e così via.
Ovviamente in questo frangente, dopo aver inserito i comandi relativi ai materiali, possiamo sostituire i numeri di penna oppure eliminare del tutto le relative istruzioni per far in modo che ArchiCAD utilizzi sempre il colore di default per le linee dell'oggetto. Quest'ultimo risultato si può ottenere anche successivamente, una volta inserito l'oggetto nel nostro progetto, semplicemente disattivando l'opzione Abilita penne dell'Oggetto nella mascherina Pianta e Sezione dei Settaggi dell'oggetto stesso.
Prima di salvare il lavoro possiamo ancora intervenire su alcuni aspetti per rifinire e rendere più elegante e completo il nostro oggetto.
Innanzitutto clicchiamo sul tasto Simbolo 2D e con un lavoro meticoloso cancelliamo tutte le linee di troppo lasciando solo i contorni dei vari elementi, in maniera da ripulire e alleggerire il simbolo che verrà utilizzato per la rappresentazione in pianta.
In questa finestra di disegno sono abilitati tutti gli strumenti bidimensionali di ArchiCAD e con gli Hotspot possiamo aggiungere al simbolo dei punti notevoli, ossia i punti che ci consentiranno di posizionare e spostare comodamente l'oggetto in pianta.

Possiamo infine salvare l'oggetto.
Dal menu Archivio selezioniamo quindi Registra, digitiamo Letto matrimoniale Atlante Flou come Nome, scegliamo l'opzione Esplora per cartella nel campo Salva in e indichiamo la cartella dove salvare l'oggetto appena creato.
Il nostro consiglio è di creare una nuova cartella Oggetti Personali all'interno della cartella Libreria ArchiCAD in modo che il nuovo elemento venga caricato automaticamente assieme alle librerie standard all'avvio del programma.
Ecco quindi di seguito il risultato finale in ArchiCAD!!

Come ciliegina sulla torta, possiamo aggiungere al nostro oggetto anche l'immagine di anteprima.
Per fare questo occorre scegliere dal menu Visualizza il comando Modalità Vista 3D e poi Settaggi Finestra 3D e impostare nel riquadro Video a destra le Dimensioni della finestra in pixel a un quadrato, ad esempio 256x256, disattivando l'opzione mantieni proporzioni.
Attiviamo quindi una finestra 3D con una Assonometria Isometrica ed effettuiamo uno zoom con Autoscala.
Dal menu Documento selezioniamo quindi il comando Rappresentazioni Creative e Settaggi Fotorendering: qui scegliamo il Motore di Rendering Interno, impostiamo le dimensioni a 128x128 pixel e nella sezione Effetti attiviamo tutte le opzioni disponibili per migliorare il risultato. In fondo si tratta di un rendering microscopico e non dovremo aspettare che pochi secondi per vederne la conclusione!
Attiviamo la Proiezione FotoRender e, appena terminata, selezioniamo dal menu Edita il comando Copia. Ritorniamo in pianta e selezioniamo con lo strumento Freccia il nostro oggetto Letto matrimoniale Atlante Flou, poi dal menu Archivio selezioniamo nuovamente il comando Librerie e Oggetti e quindi Apri Oggetto. Questa volta, nella finestra di modifica dell'oggetto, occorre cliccare sul pulsante Immagine di Anteprima in basso e poi, dal menu Edita, selezionare il comando Incolla.
Salvate di nuovo il file: dal menu Archivio scegliete Registra, et voilà !

Il nostro nuovo oggetto parametrico ora è dotato anche dell'anteprima.
Naturalmente è ancora possibile intervenire su altri aspetti introducendo altri parametri e modificando il listato GDL per consentire ulteriori elaborazioni, ma per questo possiamo fermarci qui.
Breve postilla: a partire dal 1999 Autodesk ha introdotto nuove varianti nel formato dwg con le versioni 2000, 2004, 2007 e 2010 di AutoCAD. Ovviamente ogni nuova versione legge i file prodotti dalle precedenti, ma non il contrario. 
Graphisoft utilizza per la compatibilità con il formato dwg le librerie DwgDirect, basate su OpenDWG di Open Design Alliance, ed ha introdotto la compatibilità con il formato DWG 2007 in ArchiCAD 11 e con il formato DWG 2010 in ArchiCAD 14.
Buone importazioni!!!  ;))

LE VARIE MODALITA' DI RENDERING SKIZZO (ARCHICAD)

IN QUESTO ARTICOLO VI MOSTRERO' LE VARIE MODALITA' DI RENDERING SKIZZO, MOLTO UTILI PER CHI VORREBBE DARE UN EFFETTO DIVERSO AL PROPRIO MODELLO 3D.Immagine
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IO PREFERISCO SEMPRE UTILIZZARE IL METODO KOH I NOOR., E USO COME STILE LINEA MATITA TECNICA.
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PER FAR PARTIRE IL RENDERING ANDATE SU DOCUMENTO/RAPPRESENTAZIONI CREATIVE/ PROIEZIONE FOTORENDERING OPPURE PREMETE Ctrl+9.
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IL RENDERING VERRA' COSI:
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FOTOINSERIMENTI ARTLANTIS

Inserire il Modello 3D in una immagine di sfondo è una funzione presente in Artlantis e estremamente utile per un progettista che desidera contestualizzare il proprio progetto utilizzando una fotografia del luogo.
 




Questa funzione è presente nella tavolozza ispettore e richiamabile facendo un clic sul relativo pulsante. Prima però sarebbe meglio inserire la fotografia come sfondo nel relativo campo all’interno dell’ispettore delle prospettive, facendovi sopra un doppio clic oppure trascinando sopra, con un semplice drag and drop, l’immagine. Artlantis avvertirà l’utente che i parametri di dimensione e risoluzione dell’immagine saranno modificati e adattati a quelli della foto appena inserita.
 
 
 
Il metodo per allineare il modello 3D è rappresentato dai tre assi che si visualizzano sia nella Vista 3D e sia nella Vista 2D e dalla possibilità di modificare la focale dell’obiettivo.
 

Ma facciamo un passo indietro.
Quando si è in procinto di realizzare la fotografia o le fotografie da utilizzare per i fotoinserimenti, sarebbe meglio prendere nota di un paio di informazioni che potrebbero ridurre di molto l’elaborazione in Artlantis.

Primo: segnare la larghezza di focale utilizzata per realizzare la fotografia.

Secondo: controllare e segnarsi l’ora in cui è stata scattata la foto, questo permetterà di impostare il sole di Artlantis per meglio ottenere una illuminazione esatta. Per definire la posizione geografica è possibile risalire alla latitudine e alla longitudine attraverso Google Maps.

Terzo: controllare se nella fotografia vi siano dei punti di riferimento da usare al momento dell’inserimento fotografico per meglio definire posizione e dimensioni del modello 3D virtuale all’interno della fotografia. Se il fotoinserimento andrà a sostituire un edificio già esistente (esempio: una ristrutturazione) allora i punti di riferimento saranno presi sull’edificio esistente, se invece state fotografando un prato completamente vuoto, allora è buona norma inserire almeno dei punti che definiscono l’ingombro del nuovo edificio.
 

Ora possiamo tornare ad Artlantis e ai tre assi visualizzati nella Vista 3D e nelle Viste 2D. L’operazione da fare ora è quella di far coincidere gli assi in tutte le finestre ai riferimenti scelti per allineare il modello 3D e aggiustare la posizione del “cubetto” relativo ad ogni asse per definire le dimensioni. Una volta ultimata questa operazione inserire il valore di larghezza di focale e fare clic su Calcola. Il modello 3D si muoverà all’interno della Vista 3D e sarà possibile agire su ogni asse per effettuare piccoli aggiustamenti in modo da allineare al meglio il modello 3D sulla fotografia. Quando si è sicuri basterà fare clic su Interrompi e poi su Validate. La vista sarà bloccata da Artlantis con un lucchetto.
 
Il metodo migliore da usare ora sarebbe ora quello di calcolare il render in formato Photoshop (psd), in modo da avere nell’immagine calcolata già una serie di Livelli da poter usare nella successiva elaborazione. Sarà possibile inserire anche una immagine in “Primo Piano” opportunamente elaborata con un Canale Alfa di trasparenza da utilizzare successivamente in Artlantis, in modo da “ritagliare” adeguatamente il modello 3D nella fotografia.
 


IO PERSONALMENTE PER FARE FOTOINSERIMENTI PRECISI USO SKETCHUP IL QUALE RENDE SEMPLICISSIMO E MIGLIORE IL FOTOINSERIMENTO,IN SEGUITO APRO IL FILE CON ARTLANTIS, QUEST'ULTIMO MI MANTIENE LA POSIZIONE E RIMANE PERFETTO. MA PER FARLO USO ARCHICAD 16 AL QUALE HO INSTALLATO IL PLUG-IN PER SALVARE ED IMPORTARE FILE Skb. APPROFONDIRO' QUEST'ARGOMENTO IN UN ALTRO ARTICOLO.




 

L'USO DEI BLOCCHI DI AUTOCAD


ImmagineIl comando detto "Blocco" ti consente di racchiudere gli oggetti selezionati in un unico oggetto chiamato blocco, molto utile nella progettazione, soprattutto quando devi selezionare tanti oggetti minuscoli, con questo comando anziché selezionarli tutti ogni volta, ti basta creare un blocco di questi ultimi e procedere ad unica selezione. Per realizzare una definizione di blocco devi innanzitutto selezionare gli oggetti, poi specifica un punto di inserimento e assegna un nome al blocco, in modo da poterlo identificare immediatamente.
  Per esempio letto- fornello-divano e cosi' via.Immagine
Una volta creato il blocco potrete andare a inserirlo nella posizione prescelta. Se in futuro dovete apportare delle modifiche al proprio blocco o vi siete accorti di aver fatto un errore basta cliccare nell'oggetto due volte, vi apparira' una nuova finestra dove potrete modificare a vostro piacimento l'oggetto da voi creato.
L'uso dei blocchi e' molto utile nel campo della progettazione. Personalmete quando vado ad inserire gli arredi nelle piante o porte o finestre nei prospetti mi hanno sempre semplificano il lavoro. Mi è capitato di dover modificare degli infissi uno per uno, da quando uso i blocchi ne basta modificarne uno e gli altri vanno in automatico di conseguenza.

L'USO DEI LAYER (AUTOCAD)

Il modo corretto di utilizzare lo strumento dei layer.
Una definizione comune del layer è: fogli di carta lucida sovrapponibili sui quali disporre le entità del disegno. Queste entità hanno in comune la categoria di oggetti che rappresentano. Le entità delle murature sezionate staranno sul layer "muratura", le quote sul layer "quote" e così via.
Modificando la visibilità del layer possiamo avere visualizzazioni differenti dello stesso disegno, accendendo e spegnendo i layer delle quote o degli arredi o degli impianti.
Una corretta distribuzione delle entità del disegno su layer opportuni garantisce una maggiore "leggibilità" del disegno, spegnendo i layer che non ci interessano possiamo focalizzare l'attenzione su ciò che reputiamo più importante. Favorisce anche la modifica del disegno, dal momento in cui possiamo lasciare attivi soltanto i layer che ci sono utili in quel frangente.
Dopo aver fatto questa premessa, possiamo giungere ad una più corretta interpretazione del concetto di layer. Si tratta di uno strumento che ci permette di classificare i componenti del disegno in funzione di ciò che rappresentano. In disegni molto complessi questa possibilità diventa una necessità, un obbligo.
Esistono altri aspetti dei layer che vanno approfonditi.
Nelle versioni di AutoCAD precedenti alla 2000, l'associazione fra colori e penne in fase di stampa, ha consentito il cattivo costume di distinguere le entità non per layer ma per colore. Questa pratica deleteria trae la sua origine dal disegno tradizionale, nel quale le possibilità di distinzione delle varie parti del disegno si limitano allo spessore del tratto. Un disegno CAD può e deve essere qualcosa di più. Abbiamo a disposizione uno strumento non soltanto di rappresentazione, ma anche di analisi e valutazione. Quello che agli inizi era CAD (Computer Aided Drafting) si è ormai rivelato CAAD (Computer Aided Architectural Design), da semplice disegno automatico a strumento per progettare. L'uso corretto dei layer consente molteplici letture comparative dello stesso disegno, ne favorisce la comprensione e quindi l'analisi e la valutazione.
Nella versione 2000 dell'AutoCAD è stato rafforzato il rapporto fra layer e stampa. Ad ogni layer può essere associato un tipo di penna in fase di stampa (colore, spessore, tratteggio) a prescindere dal colore del layer.

Questa caratteristica ci permette di poter modificare il modo in cui verranno stampate tutte le entità di quel layer, semplicemente operando sul tipo di penna associata, con vantaggi notevoli nell'ambito degli affinamenti grafici necessari in fase di stampa.
Nel nostro disegno, inoltre, viene registrato lo spessore ed il colore che volevamo adoperare con quel layer, senza dover ricorrere alle famigerate tabelle di conversione fra colori e penne (pcp).
Per questi motivi è considerato un grave errore la non esatta corrispondenza fra entità e layer di appartenenza e l'uso del colore diverso da "bylayer".
Per facilitare la comprensione del disegno, è opportuno che i nomi dei layer vengano scelti in modo che il significato sia chiaro per chiunque, evitando quindi troppi numeri, sigle o abbreviazioni troppo corte.
È opportuno predisporre un numero di layer adeguato alla corretta classificazione delle varie parti che compongono il disegno. Gli eccessi in un senso o nell'altro sono ugualmente considerati un errore.
Non esiste una regola aurea per i nomi dei layer, né esistono tabelle codificate o norme UNI. L'elenco che proponiamo ha la sola utilità di fornire uno spunto per poter iniziare, e può essere valido per un disegno architettonico generico.
nome layerspessorestampasignificato
Arredi0.25Elementi di arredo
Muratura0.5Muratura sezionata
Vista0.25Muratura in vista, non sezionata
Quote0.18Dimensioni e specifiche qualitative
Elettrico0.25Impianto elettrico
Termico0.25Impianto termico o condizionamento
Infissi0.18Infissi esterni ed interni
Pavimenti0.18Pavimentazioni
Campiture0.18Campiture varie
Costruzione0.00NoLinee di costruzione
Sanitari0.25Elementi impianto idrico-sanitario
Pilastri0.6Struttura portante
Verde0.25Sistemazioni a verde
Park0.18Parcheggi
Strade0.18Strade e marciapiedi
Lotto0.6Confini e delimitazioni
NomiAmbienti0.35Denominazioni ambienti
NumPilastri0.35Numerazione pilastri
Squadratura0.35Impaginazione del disegno
La quantità di layer da definire dipende essenzialmente dalle finalità del disegno. In un disegno architettonico verranno distinte maggiormente le parti che si riferiscono all'organismo architettonico, mentre, ad esempio, verranno classificati più grossolanamente gli impianti e le strutture. Il disegno corrispondente realizzato dall'impiantista, tenderà, al contrario, a dettagliare in termini di layer le specifiche degli impianti, a discapito della struttura muraria.
Da pochi anni a questa parte autocad ha reso l'utilizzo dei layer piu' ultile e interessante in modo da falcilitarè ancor di piu' la progettazione architettonica, aggiungendo la possibiltà di DISATTIVARE - CONGEDARE E BLOCCARE i layer.
DISATTIVARE:  E' identificato con il simbolo della lampadina, permette di disattivare e rendere invibile nel disegno tutte le linee che appartengono a quel layer
CONGEDARE: E' identificato con il simbolo del sole, permette la visibilità e la lavorazione di quel layer ma lo disattiva in fase di stampa. utile per l'utilizzio di linee guida. ( segnare le linee dei solai nei prospetti)
BLOCCARE:    E' identificato con il simbolo del lucchetto e permette di bloccare tutte le linee apparteneti a quel layer, rendendo impossibile si a la selezione che la lavorazione. ( utile quando per esempio si devono selezione solo le quote, si spengono tutti i layer e si selezionano solo le quote)